Ogni nuovo progetto inizia da una chiacchierata, un importante momento di conoscenza e scoperta. Ho incontrato Manuel e Alessandro per comprendere a fondo esigenze, motivazioni, caratteristiche della loro attività, aspirazioni professionali.
Ho chiesto loro come vorrebbero essere percepiti, prendendo spunto anche da altre realtà professionali che ammirano.
L’analisi ha seguito una ricerca approfondita su tutto ciò che riguarda Karmasec: il suo core business, i principali competitor, le aree di applicazione dei suoi servizi, le necessità comunicative.
Questo mi ha aiutato a capire come rappresentare al meglio l’azienda, in modo che il mio progetto le aderisse come un abito sartoriale.
Ho voluto fare un piccolo esperimento social: ho chiesto ai miei contatti di scrivermi la prima cosa che associano alla parola “karma”. Sono emerse le riflessioni più variegate: opinioni divertenti, considerazioni spirituali, pensieri mistici, cliché e ragionamenti filosofici.
Questo, unito ad altri approfondimenti e ricerche, mi ha portato a una conclusione particolare.
Il concetto di karma, così antico e apparentemente distante dal nostro, ha numerosi punti in comune con il terzo principio della dinamica formulato da Newton: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Ho così identificato tre macroaree su cui concentrare il mio pensiero laterale:
Poste le basi si parte con l’assemblaggio, probabilmente la fase meno razionale. È un procedimento inconscio e silenzioso, frutto di intuizione, esperienza e associazione di idee. E per Karmasec, il percorso di combinazione mi ha portata al pendolo di Newton.
Da qui inizio a disegnare concretamente le proposte di marchio, qui composto sia da una parte grafica (il pittogramma, o simbolo) e di una tipografica (il logotipo).
Gli elementi vanno calibrati di pari passo, come in un gioco di strategia, o non lavoreranno in armonia ed equilibrio.
Il set tipografico deriva da uno studio sui font associati, e trasmette il carattere dell’azienda grazie ad alcune connessioni mentali inconsce: spessore, morbidezza, contrasto e linearità dei font portano con sé informazioni molto precise, anche se non esplicite. Sono informazioni che passano a livello inconscio, andando ad attivare associazioni che si innescano nel nostro database interiore, costruito in anni di esperienza e di stimoli visivi ai quali siamo costantemente sottoposti.
Lo stesso vale per il codice colore, capace di delineare in una frazione di secondo l’ambito lavorativo o produttivo in cui si muove un professionista. Basti pensare alla differenza tra il marchio di una banca e quello di una linea di prodotti da forno artigianali.
I colori, il tratto e il respiro del marchio di Karmasec raccontano quindi ciò che è l’azienda: azione, competenza, risolutezza.