FondaMonda: è così che nella mia testa si chiama Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori dal primo accesso al wifi (da qui, l’abbreviazione) della sede. Partecipavo, come studentessa, ad un master in Direzione Creativa.
Negli ultimi due anni torno, ma come docente al Master in Editoria — XIX edizione. Racconto agli studenti le meraviglie e i perìgli tecnici della progettazione grafica applicata al mondo dei libri.
Bellissimo e sfidante, perché le cose di cui parlare – e di cui parlerei – sono infinite ma le dobbiamo far stare in qualche giorno.
Master 2021 — Learning by doing
Per l’edizione di quest’anno ci siamo dedicati di più ai temi della progettualità, agli aspetti caratterizzanti in editoria, alle copertine, all’identità visiva.
Una carrellata che parte dai metodi e dai profili colore e arriva alla redazione di un brief, passando per l’analisi delle copertine e gli immancabili caratteri tipografici forieri di personalità.
L’esperienza dei mesi in Didattica a distanza è stata maestra anche per condurre le lezioni in presenza in modo diverso. Funziona, e mi piace, spezzare i momenti teorici con frequenti mini-esercitazioni. Ho fatto tesoro degli strumenti che ho sperimentato, identificandone alcuni che mi consentono di avere interazione e condivisione pur mantenendo i distanziamenti ancora necessari. E quindi via a lavagne virtuali sulle quali aggiungere simultaneamente post-it e appunti, generatori istantanei di word-cloud per un po’ di gamification, quiz con risultati in tempo reale, mood-board da comporre insieme.
Il senso per me non è solo utilizzare dei tool didattici intelligenti ma soprattutto di far scoprire agli studenti dei flussi di lavoro fluidi, pensati per team dinamici e sparpagliati e basati sulla mia esperienza.
Ambizioso? :·)
Didattica a distanza
Lo scorso anno la lezione in Fondazione Mondadori è stata la mia prima di ritorno in presenza, con le mascherine a coprire le espressioni (ne ho scritto qui).
A questa modalità ho preferito a lungo i mesi in DAD o FAD o come la vogliamo chiamare, la formazione da remoto. Lì, almeno, i visi delle persone li vedo, anche se un po’ a pixel. Non ci si incontra fisicamente ma posso imparare a conoscere gli studenti da tanti piccoli dettagli: i suggerimenti sono i vestiti appoggiati o buttati sul letto, i dorsi di libri perfettamente ordinati o impilati a caso nelle librerie alle loro spalle, i poster appesi, i capelli stropicciati o perfettamente pettinati. Recupero così quanto perdiamo nell’esperienza di persona.
Evidentemente, alla fine alle lezioni in mascherina mi ci sono abituata anche io, tanto che questi giorni sono trascorsi con più leggerezza. Complici il bel tempo che ci ha consentito di stare un po’ all’esterno a sorrisi scoperti durante il laboratorio, e l’ospitalità e l’attenzione dei collaboratori della Fondazione, in particolare Elettra, Manuel e Rossella.
Insegnare per imparare
Sì, insegnare è il miglior modo per imparare. Per continuare a cercare, scoprire, allenare la curiosità, sincronizzarmi con il presente. E soprattutto per ascoltare, aprirsi e condividere.
Incluse le playlist di Spotify che uso come colonna sonora durante le esercitazioni 🙂
E poi, Villapizzone: un piccolo pezzo di Milano che ricorda quasi più un paesotto, l’uscita della metro col parchetto, le piccole botteghe e la Quasilocanda, con il mercatino e un bellissimo affresco del Cerutti (non Gino, Annibale) che ti fa compagnia mentre pranzi sotto il cielo azzurro.
Ci rivediamo presto, Milano!