Da sempre il mio canale comunicativo privilegiato è stato quello visivo. Tradurre emozioni, concetti e messaggi in immagini è per me un meccanismo innato, spontaneo, che nel tempo ho voluto affinare e trasformare in una mia competenza.
L’arte è il mio modo di fare ordine nel caos, perché complicare è facile, semplificare è difficile.
Voglio arrivare all’essenza delle cose, e per farlo mi servo della complicità che esiste tra funzionalità e bellezza.
Il graphic design è disciplina e apprendimento. Quando creo sono in continua ricerca di nuovi stimoli, nuovi dettagli. Mi nutro di colori, di linee, di pieni e di vuoti.
Tutto questo è frutto di un linguaggio che non conosce confini verbali.
Trovo che il momento in cui consegno un progetto sia un momento magico: vedere che il committente si rispecchia in ciò che io ho creato significa che sono riuscita a catturare la sua natura. E a raccontarla con le immagini.
Ho scelto questo lavoro, o forse lui ha scelto me, perché voglio creare.